Relazioni d’amore e criminalità
Può l’amore spingere le persone verso la retta via, dopo un periodo di illegalità o criminalità, talvolta conclusosi con uno stato di detenzione? Studi longitudinali di lungo periodo hanno dimostrato che gli uomini che stabiliscono una relazione sentimentale di qualità, con elevati livelli di attaccamento, hanno maggiori probabilità di cessare o ridurre il loro coinvolgimento in attività criminali (Sampson e Laub 1993 Laub e Sampson 2003 Sampson et al. 2006). Simili effetti protettivi dei legami sentimentali stabili rispetto ai comportamenti criminali sono stati riscontrati anche in altri studi (Horney et al. 1995 Warr 1998 King et al., 2007, Bersani et al. 2009, Barnes e Beaver 2012).
A20
Il matrimonio sembra promuovere un controllo sociale informale (e quindi la desistenza dal crimine), attraverso quattro percorsi principali (Sampson et al. 2006). In primo luogo, il matrimonio aumenta il costo potenziale della criminalità perché l’attività criminale può minacciare il legame di attaccamento e portare alla sua dissoluzione (Hirschi 1969 Sampson e Laub 1993). In secondo luogo, il matrimonio può tenere lontano da situazioni e relazioni sociali pericolose (Cohen e Felson 1979 Osgood et al., 1996, Warr 1998).
Tali cambiamenti hanno un effetto particolarmente forte per diminuire la propensione ai comportamenti criminali negli uomini con precedenti penali, che altrimenti sarebbero più propensi a frequentare persone che vivono nel malaffare e luoghi e situazioni che offrono maggiori opportunità di compiere atti criminali. In terzo luogo, il matrimonio rappresenta una struttura di vigilanza, in particolare quando il partner si aspetta che l’ex malvivente abbia ora un lavoro legale, contribuisca al reddito familiare ed eviti attività che potrebbero minacciare la stabilità economica della famiglia. In quarto luogo, il matrimonio può fornire ad entrambi i partner delle nuove identità, che non sono in linea con un comportamento illegale.
Il matrimonio può infatti cambiare il modo in cui le persone si assumono le loro responsabilità, il modo in cui si relazionano con gli altri, ecc. rafforzando i comportamenti più convenzionali e socialmente apprezzati.
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I matrimoni tuttavia stanno diminuendo in questi ultimi anni e diminuiscono anche tra le persone che hanno commesso reati o sono state in carcere. Ad esempio, si è visto che il tasso di matrimoni tra uomini ex carcerati è risultato essere la metà di quello degli uomini mai incarcerati (Western 2007), e lo stesso vale anche per le donne (Greenfeld e Snell 1999). La convivenza è oggi più comune, sia come periodo che precede il matrimonio, sia come sostituto del matrimonio, soprattutto tra le persone con redditi e livelli di istruzione più bassi (Bumpass e Lu 2000 Smock 2000 Edin e Kefalas 2005 Smock et al. 2005). Studi condotti su ex-detenuti hanno infatti trovato alti tassi di coinvolgimento in relazioni di convivenza o in altre relazioni sentimentali non matrimoniali (Giordano et al., 2002, Leverentz 2006, Western 2007).
Le ricerche condotte sui legami sentimentali delle persone più povere e disagiate hanno trovato che essi sono meno stabili. Desmond (2012) ha studiato le relazioni di queste persone emarginate dalla società, scoprendo che le loro relazioni sono molto spesso caratterizzate “da una intimità accelerata e simulata, con un elevato livello di tempo trascorso insieme, scambio reciproco di risorse e durata relativamente breve del rapporto”. Questo tipo di relazioni sono quelle che caratterizzano anche le coppie socialmente isolate e economicamente marginalizzate, formate da partner in cui uno o entrambi hanno precedenti penali.
Come vivono queste coppie? Alcuni studi hanno collegato la convivenza alla riduzione della criminalità e all’uso di sostanze, ma altri hanno trovato che la convivenza non abbia affatto effetti positivi sui comportamenti antisociali e che addirittura, in alcuni casi, tenda a farli aumentare (Horney et al. 1995, Warr 1998, Duncan et al. 2006, Sampson et al., 2006).
Un recente studio (Wyse JJ, Harding DJ, Morenoff JD., 2014) offre un completamento alla ricerca esistente su questo tema, mettendo in luce altre caratteristiche tipiche delle coppie formate da persone con precedenti penali e persone senza precedenti.
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In primo luogo, si è visto che per gli uomini trovare una donna e stabilire con lei un rapporto di buona qualità significa in molti casi evitare di trovarsi a vivere in strada e a ridurre il bisogno di compiere atti illeciti per procurarsi il denaro per sopravvivere. Questa situazione tuttavia per i ricercatori non dura a lungo in quanto gli uomini, anche a causa delle incomprensioni e dei litigi causati dalla scarsità di denaro, tendono a riprendersi il ruolo tradizionale del genere maschile, compiendo attività illegali, pur di portare a casa i soldi e non sentirsi mantenuto dalla partner.
Queste unioni possono permettere una effettiva desistenza dall’attività criminale solo se la donna riesce ad imporre le sue norme e le sue regole di vita. Alcune partner tuttavia, anziché fornire questa influenza normalizzatrice, possono a loro volta spingere verso l’illegalità, anche attraverso l’uso di droghe. E’ importante dunque la qualità del/della partner, che deve essere capace anzitutto di aiutare il partner in difficoltà a gestire lo stress, a mantenere un atteggiamento sobrio e a raggiungere obiettivi positivi. Conflitti e stress emotivo possono invece spingere in una direzione opposta.
Anche questa ricerca mostra che un legame forte, specialmente se matrimoniale, con un partner che non ha avuto precedenti, porta a inibire la tendenza a vivere nell’illegalità, ma dopo essere usciti di prigione è ben raro che una persona possa trovare un/una partner di qualità. Le persone che sono state in prigione, in particolare le donne, spesso si sentono attratte da partners del tutto simili a loro in termini di dipendenze o di precedenti penali, il che non può avere, ovviamente, un effetto stabilizzante, né dare un nuovo senso di identità.
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Per quanto riguarda le donne con precedenti penali si sa molto poco: la maggior parte degli studi si è infatti interessata dei legami composti da uomini con precedenti penali e donne senza precedenti (Messerschmidt 1993, Sampson and Laub 1993); dallo studio di Wyse JJ et al (2014) emerge tuttavia che le coppie formate da donne malviventi con uomini senza precedenti sono molto simili a quelle con ruoli opposti, tranne per il fatto che gli uomini tendono a ricadere nella criminalità molto più spesso delle donne quando non riescono a contribuire al reddito familiare in modo legale. Le donne tuttavia, come si è detto, tendono a scegliersi dei partners molto simili a loro per la storia di vita vissuta e dunque è difficile che un rapporto di coppia stabile per una donna con precedenti penali possa essere un viatico verso un atteggiamento di vita più convenzionale.
Concludendo, i rapporti sentimentali possono effettivamente avere un effetto positivo sulla persona che ha atteggiamenti antisociali, purché non vi siano conflitti, non vi siano problemi economici, il/la partner sia una persona capace di imporre il rispetto di alcune regole, non sia a sua volta una persona che compie attività illecite, sia capace ad offrire supporto e sappia proporre obiettivi positivi. L’intensità del legame di attaccamento è meno importante rispetto alle qualità sopra descritte.
Dr. Giuliana Proietti
Fonte:
Wyse JJ, Harding DJ, Morenoff JD. Romantic Relationships and Criminal Desistance: Pathways and Processes. Sociological forum (Randolph, NJ). 2014;29(2):365-385. doi:10.1111/socf.12088.
Immagine:
Pexels
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Dr. Giuliana Proietti
Una presentazione sull'orgasmo femminile

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE
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● Conduzione seminari di sviluppo personale
● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici
● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
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