• 17 Aprile 2025 12:16
Matrimonio: cosa ne resterà nel 2040?

Matrimonio: cosa ne resterà nel 2040?

Dr. Giuliana Proietti

Nell’antica Roma non ci si sposava di maggio, mese considerato infausto, perché dedicato in parte ai Lemuri, gli spiriti dei defunti: molto più propizio era il mese di giugno, dedicato a Giunone, la dea che proteggeva l’amore e il matrimonio. Ed è proprio nel mese di giugno che, da sempre, si celebra il maggior numero di matrimoni, complice anche l’arrivo della bella stagione e la grande quantità di fiori disponibili per abbellire le spose, le chiese ed i locali della festa.

Fino a qualche decennio fa, tutto accadeva in modo molto semplice e piuttosto banale: ci si incontrava, per strada o in qualche festa, ci si piaceva, ci si frequentava per qualche mese o anno (pochi), poi si mettevano da parte un po’ di soldi, si organizzava una bella cerimonia che coinvolgeva le famiglie allargate dei due sposi, culminante con il pranzo di matrimonio. E poi via… Verso un destino ignoto, come la maggior parte dei propri coetanei, coinvolti in un legame con il proprio coniuge, che terminava, nella maggior parte dei casi, solo con la morte (il rito nuziale recitava infatti: “finché morte non vi separi“).

A24/A3

Oggi è tutto molto più complesso e la parola “matrimonio” rappresenta per alcuni un’usanza superata, a causa del diffuso fenomeno della convivenza (in un Paese cattolico come l’Italia ormai le coppie di fatto eterosessuali sono, secondo l’ISTAT, quasi un milione – dati 2011 – e un neonato su quattro è figlio di genitori non sposati), mentre per altri (le coppie omosessuali) è un attualissimo simbolo di uguaglianza civile, che supera i pregiudizi e le discriminazioni dovute all’orientamento sessuale, raggiunto dopo anni e anni di battaglie, condotte dal movimento LGBT.

Il matrimonio tradizionale, di fronte a queste nuove unioni, perde dunque sempre più di significato e questa cosa la si osserva, fra l’altro, anche nella sempre maggiore frivolezza dei riti che lo accompagnano, ben diversi dalla solennità di un tempo, riservata non solo ai matrimoni religiosi. Se il matrimonio tradizionale non esiste più, questo implica che anche la famiglia tradizionale non esista più ed infatti essa si sta rapidamente trasformando in qualche altra cosa, che al momento è difficile prevedere. Soprattutto è difficile prevedere in che modo il nuovo concetto di famiglia influenzerà le organizzazioni sociali e la vita delle persone.

Nel 1996 l’Hoover Institution organizzò negli USA un convegno dal titolo “Can Government Save the Family?”  (“Il governo può salvare la famiglia?”). Ci si chiedeva, vista la tendenza in atto, se e cosa potesse fare il governo americano per far si che i bambini americani potessero crescere in una famiglia tradizionale, con un padre e una madre.


La terapia di coppia offre un percorso verso il cambiamento - Clinica della Coppia

La terapia di coppia offre un percorso verso il cambiamento,
immediato e duraturo.

Le soluzioni che emersero dal Convegno furono le seguenti: 1. non erogare più sussidi per le ragazze madri, 2. stop al divorzio senza colpa, 3. agevolare il regime fiscale per le coppie sposate e, soprattutto, 4. modificare “la cultura”, attraverso azioni mirate sui vari media, in particolare la televisione.  Più o meno nella società americana sono state tentate tutte le misure elencate, ma le nascite da madri single hanno continuato ad aumentare e le coppie hanno continuato a non sposarsi.

Il crollo dell’istituzione matrimoniale però non si ferma a Paesi economicamente e socialmente avanzati, come gli USA o la Svezia, ma riguarda ormai tutti i Paesi del mondo, compreso il nostro. Le statistiche delle Nazioni Unite sulle tendenze dell’istituzione matrimoniale mostrano  che l’87 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi con tassi di matrimonio che sono letteralmente crollati, a partire dagli anni Ottanta.

Philip Cohen professore di sociologia presso la University of Maryland, sostiene in un articolo pubblicato su The Atlantic, che l’istituzione matrimoniale abbia ormai esaurito la sua funzione e che nel 2040 i tassi di matrimonio saranno prossimi allo zero.

La crisi non riguarda solo la minore celebrazione di matrimoni, ma anche la loro durata:  in Italia i dati ISTAT attestano ad esempio che un matrimonio dura in media 15 anni, prima della richiesta di separazione, e se nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 si è arrivati a 311 separazioni e 182 divorzi. L’età in cui arriva la separazione è in media 46 anni per gli uomini, e 43 per le donne, mentre in caso di divorzio l’età media è 47 anni per gli uomini e 44 per le donne. (Si tratta di persone non giovanissime, ma solo perché le nozze vengono oggi posticipate in età più matura).

Cambia anche il modo di conoscersi, di frequentarsi e di progettare il matrimonio: uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences sostiene ad esempio che i matrimoni più riusciti nascono oggi su Internet, dove è possibile lasciare meno spazio al caso e selezionare potenziali partners da frequentare, che abbiano l’aspetto fisico e il carattere desiderato.

Per tentare di favorire le nozze, anche nei soggetti più diffidenti e recalcitranti nei confronti dell’istituzione matrimoniale (anche per gli effetti che essa produce in caso di separazione), in alcuni Paesi, come negli Stati Uniti, si è diffusa l’usanza di stilare contratti prematrimoniali, che cercano di normare il comportamento dei coniugi ed evitare così sorprese non gradite. Un esempio recente di cui si è occupata la cronaca è quello di Mark Zuckerberg e Priscilla Chan, i quali  hanno convenuto che il loro matrimonio preveda rapporti sessuali almeno una volta alla settimana , il calcio in tv per lui solo una volta alla settimana e mai e poi mai una suocera in casa.


TERAPIE SESSUALI - CLINICA DELLA COPPIA
Ancona, Civitanova Marche, Fabriano, Terni, Online
CONTATTI

Questi contratti a volte sono dettagliatissimi e prevedono perfino la divisione dei compiti domestici: chi deve portare via la spazzatura, chi deve portare a spasso il cane, chi deve organizzare le vacanze o comprare i biglietti per il teatro. Viene inoltre messa a contratto l’educazione dei figli: dovranno essere onnivori o vegetariani? Dovranno seguire un credo religioso o no? E poi, in caso di divorzio, chi si terrà il giardiniere? Chi la collaboratrice familiare? Per noi queste sono ancora “americanate”, visto oltre tutto che in Italia l’articolo 24 della Costituzione vieta qualsiasi tipo di intesa preventiva di divorzio, cioè vieta di modellare leggi su misura per definire i termini da rispettare nel matrimonio. La cronaca rosa dei divi di Hollywood ci dimostra comunque che anche questo espediente non funziona e viene da chiedersi perché mai questi super ricchi continuino a contrarre matrimonio anziché convivere, per poi separarsi subito dopo, sborsando buone uscite milionarie all’ormai ex coniuge… (Forse le belle feste di matrimonio che organizzano, con tanto di scoop giornalistici, fanno si che il gioco valga ancora la candela).

Del resto, come si può solo immaginare di poter prevedere tutto della propria vita matrimoniale? Poteva forse immaginare la coppia di Bologna che lui avrebbe cambiato sesso? Lo Stato, ma i coniugi stessi, potevano prevedere che, una volta divenuti dello stesso sesso, i due coniugi non avrebbero comunque voluto divorziare?

La cronaca ci mostra come il matrimonio e la famiglia si stiano ormai trasformando, al di sopra e al fuori delle leggi che le regolano. Negli Stati Uniti, tre americani su quattro pensano che le nozze gay fossero ormai divenute inevitabili, mentre in Francia il “matrimonio per tutti” voluto da Hollande ha prodotto una profonda spaccatura sociale, generando casi di manifesta disobbedienza civile, come quella del sindaco francese “a disagio e scioccato” per una richiesta di matrimonio gay (che poi si è rifiutato di celebrare), che ritiene la nuova legge sui matrimoni gay “legale, ma non legittima”. Tutti coloro che in Francia si sono opposti al matrimonio omosessuale invocano oggi il diritto all’obiezione di coscienza, un po’ come succede in Italia nei confronti della legge sull’aborto, mai completamente digerita in ambiente cattolico (l’80 per cento dei ginecologi italiani sono obiettori di coscienza).

In Inghilterra l’arcivescovo di Canterbury si è dichiarato contrario al matrimonio per i gay, ma non per una “ragione di fede” (evidentemente troppo banale fra i prelati d’oltre Manica), ma in quanto le nozze omosessuali potrebbero creare problemi sociali, indebolendo la società. “Pensiamo che il matrimonio tradizionale sia una pietra angolare della società”, dice l’arcivescovo, e con le nozze gay “il concetto di matrimonio come luogo normativo per la procreazione è perduto; l’idea del matrimonio come alleanza è diminuita, la famiglia  nata prima ancora dello Stato e comunità di base della nostra società, come l’abbiamo sempre conosciuta, viene indebolita”.

I più conservatori, coloro che vedono appunto nella famiglia la pietra angolare della società, sono infatti molto perplessi e infastiditi da queste modifiche alle leggi matrimoniali, immutate e immutabili per secoli e secoli, e oggi completamente rivoluzionate. Essi si chiedono cosa potrà venire dopo l’approvazione del matrimonio gay. Cosa rende infatti accettabile un matrimonio? Il semplice fatto che vi sia una relazione romantica fra i due partners? Ma allora dobbiamo aspettarci presto matrimoni incestuosi, matrimoni poligamici, matrimoni con i propri animali domestici, o perfino con la propria auto?

Credo che, per uscire dal tormento e dall’incertezza sull’opportunità futura di queste scelte sul matrimonio, che oggi ai più appaiono inderogabili, occorra far ricorso all’antica saggezza, in particolare alle parole di Marco Tullio Cicerone, quando diceva “Non si guadagna niente a sapere ciò che sarà; poiché è una gran miseria angustiarsi senza poter far nulla per evitare ciò che deve essere”. La società cambia e si evolve non solo in base alle scelte che vengono compiute dagli esseri umani, ma anche perché subentrano fatti nuovi, come nuove tecnologie, nuove abitudini, nuove aspettative.

Tanto per dire, quando ero bambina, mia nonna si dispiaceva di non poter vivere, per limiti anagrafici, gli anni Duemila, in cui, mi diceva, tutti sarebbero stati ricchi e felici, grazie all’opera di ricostruzione post bellica, morale ed economica, compiuta dalle persone della sua generazione.

… E’ questo lo splendido avvenire che profetizzava mia nonna?

Dr. Giuliana Proietti


Problemi di coppia? Chiamaci

 

Pubblicato anche su Huffington Post

Immagine:
Pexels

Di Dr. Giuliana Proietti

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa  ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE ● Attività libero professionale, prevalentemente online ● Saggista e Blogger ● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale ● Conduzione seminari di sviluppo personale ● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici ● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità. Sito personale: www.giulianaproietti.it La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *